Mirko Testa e Active Team La Leonessa da favola al Giro di handbike: 4 maglie rosa, il titolo assoluto e di società

Soddisfazioni senza limiti per l’atleta sponsorizzato MAK Mirko Testa! È il 2021 nell’handbike dell’Active Team La Leonessa, che dopo aver festeggiato prima due titoli tricolori, e poi la vittoria mondiale di Simona
Canipari, ha chiuso in trionfo anche il Giro d’Italia, inanellando un successo dopo l’altro. I
verdetti della quarta e ultima tappa, svolta in una cornice da Patrimonio Unesco come
quella di Assisi, sono da brividi: tre successi di tappa, ma soprattutto quattro maglie rosa
(la vittoria della classifica finale nelle rispettive categorie di gara) con Christian Giagnoni,
Mirko Testa, Omar Rizzato e Angela De Gregorio, protagonisti a più riprese nel corso della
stagione. E non è tutto, perché in virtù dei loro risultati e di quelli altrettanto
fondamentali di una quindicina di compagni di squadra, Active Sport ha conquistato la
maglia rossa di “Fast Team”, destinata alla squadra capace di raccogliere più punti negli
appuntamenti del Giro: a Reggio Emilia, Pioltello, Roccaraso e Assisi. In terra perugina i
grandi protagonisti sono stati Christian Giagnoni e Mirko Testa, entrambi capaci di chiudere
con 3 vittorie in 4 tappe. Il primo, pratese classe 1975, ha dominato la categoria MH4 ma
soprattutto ha conquistato per l’ennesima volta la classifica generale assoluta del Giro,
rivelandosi il più veloce di tutti i partecipanti nella somma dei tempi delle quattro tappe.
Testa, invece, festeggia il suo primo successo finale al Giro: un risultato impressionante se
si pensa che ha iniziato con l’handbike solo due anni fa, a seguito di un incidente in
motocross. 8 mesi dopo aver lasciato la Casa di Cura Domus Salutis di Brescia, il
bergamasco classe 1997 ha centrato il suo primo podio nell’ultima tappa dell’edizione
2019, e due anni più tardi (nel 2020 il Giro d’Italia non si è corso) ha vissuto un’edizione da
star nella categoria MH3, confermando un potenziale enorme in ottica futura.
Tre successi in quattro tappe anche per il veneto Omar Rizzato (MH2), mentre ad Angela De
Gregorio (WH2) è bastata la vittoria della prima tappa, accompagnata da tre secondi posti.
Ha chiuso con 3 successi su 4 anche la campionessa del mondo Simona Canipari, la quale
aveva però rinunciato alla tappa inaugurale perché convocata per il Mondiale, e quindi non
ha più potuto arrivare alla maglia rosa. “Sono orgoglioso di ciò che hanno saputo fare i
ragazzi – ha detto capitan Sergio Balduchelli – e vederli felici alla premiazione è stato
commovente. La maglia rossa di Fast Team è il premio all’impegno di tutti, e sono sempre
più onorato del ruolo di capitano di questa squadra, così come di aver condiviso col
presidente Marco Colombo l’obiettivo di creare un team capace di ottenere grandi risultati
sportivi, ma formato in primis da persone che si vogliono bene e si sostengono a vicenda.
Se siamo diventati una grande squadra – chiude – il merito è di ognuno di loro”. E anche
suo, e della sua instancabile passione. “Il nostro team – dice Marco Colombo, presidente di
Active Sport – non smette di stupirci e raccogliere vittorie. Da parte mia vanno i
complimenti a tutti gli atleti, e un ringraziamento particolare ai nostri sponsor. Vedere
delle persone che si trovano sulla sedia a rotelle da poco tempo competere con grande
spirito agonistico, e utilizzare lo sport come mezzo per tornare a una vita attiva, è
esattamente l’obiettivo che sognavamo quando abbiamo fondato Active Sport. Dà un senso
a tutto il lavoro dell’associazione”. Un applauso al team anche dal dott. Michele
Scarazzato, responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Neurologica presso la Domus
Salutis di Brescia. “Ho affiancato molti di questi ragazzi nel percorso di recupero – ha detto
–, e come medico non posso non evidenziarne la capacità di superare in tempi brevissimi i
traumi fisici che li hanno colpiti, per riaffermare il loro ruolo sociale. Vederli impegnati in
reparto a sostenere chi oggi affronta i traumi dai quali loro stessi sono passati, e anche
capaci di ottenere risultati sportivi di rilievo, è motivo d’orgoglio per tutto il sistema
sanitario e per l’intera società”.

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